Il sogno dei pastori
di Tomaso Mannoni
Siamo nel Mandrolisai, area del Gennargentu. I pastori protestano per il crollo del prezzo del latte, rovesciandolo in strada. Ma è solo lo sfondo, per quanto realistico, di una commedia in favola (o sogno) con protagonista Ignazio, indebitato e affranto per una nuova malattia, letale per le pecore. In paese approda Andrea, bel tenebroso partenopeo con tendenza alla menzogna, che prima chiede ospitalità per la notte, poi, non sapendo dove andare, si introduce nel fienile della fattoria, suscitando l’ostilità del già malmostoso pastore, la cui sorella insegnante vive un po’ lì un po’ in paese. Per rendersi utile, Andrea si propone come media manager per lanciare la campagna social “adotta una pecora”, con l’aiuto del figlio dei vicini, giovane e nativo digitale. Le cose andranno oltre le più rosee aspettative e i soldi, se da un lato potranno raddrizzare i conti di tutta la comunità - pure restia ad accettare la proposta di Ignazio, che incarna ogni aspetto del carattere fiero e appartato associato al popolo sardo - dall’altro iniziano ad apparire meno “leciti” del previsto, anche perché tutte queste pecore da adottare non è che proprio esistano…
Con stile sobrio, una sceneggiatura che fa la differenza per l’efficace inserimento del paesaggio dell’entroterra sardo, impervio con squarci di bellezza, e l’ancor più riuscita interazione tra i personaggi, Il sogno dei pastori è un piccolo film fondato sull’imprevisto, sul contrasto tra tradizione e modernità, sul superamento dei cliché.
Mario Mazzetti