NON DIRMI CHE HAI PAURA
di Yasemin Samdereli con Deka Mohamed Osman
A oltre 10 anni da Almanya, la turco-tedesca Yasemin Samdereli porta sullo schermo la drammatica storia di Samia Yusuf Omar, ragazza somala con un gran talento per la corsa, nata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La sua è la storia di un sogno infranto, in un paese lacerato da guerre civili e fondamentalismo.
Il film narra su diversi livelli temporali la vita della protagonista, sostenuta da un padre amorevole e da una madre più severa, allenata dall’amico e sodale Ali. Non c’è pace per i civili e a farne le spese è il padre di Samia, che perde una gamba in una sparatoria - ed è solo l’inizio.
Samia approda alle Olimpiadi di Pechino ma, appena 17enne, la delusione sarà cocente. Per di più, si espone correndo senza velo: a casa troverà una situazione ancor più rigida, tanto da vedersi costretta alla fuga verso l’Italia, come già la sorella maggiore. Ripercorrendo la traversata del deserto e le efferatezze della permanenza in Libia, seppure in chiave più edulcorata rispetto a Carpignano e Garrone, il film vira verso il punto d’approdo di una storia individuale che non può che farsi paradigmatica - eravamo nel 2012, e le cose non sono certo migliorate. Fin troppo ellittico nello svolgimento, il film dal romanzo di Giuseppe Catozzella, premiato al Tribeca e visto ad Alice nella Città, è girato e montato con toni vivaci, un buon approccio allo sport come fuga da una realtà amarissima, qualche ingenuità nel rievocare le tragedie del quotidiano, dando volto e voce a persone che scelgono di rischiare la vita, anziché restare in un limbo.
Mario Mazzetti